- Target:
- Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
- Region:
- Italy
- Website:
- www.ricercatoriprecari.it
La petizione non è più sottoscrivibile ed è stata spedita, insieme all'elenco delle firme (visualizzabile sul sito http://www.ricercatoriprecari.it), al Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, e agli altri esponenti del Governo.
In sole due settimane, col solo mezzo del "passaparola", sono state raccolte 1037 firme provenienti da tutte le parti d'Italia e con un rilevante numero di firme giunto da ricercatori italiani che lavorano, per scelta e più spesso per necessità, all'estero, spesso presso università e istituti di ricerca di altissimo livello scientifico.
Le richieste che abbiamo avanzato hanno trovato, anche grazie a un po' di fortuna, un riscontro quasi immediato. Infatti il decreto-legge n. 180/2008, convertita nella legge 1/2009, ha recepito molte delle richieste avanzate nella petizione. In particolare:
- abolizione delle prove d'esame; i concorsi banditi successivamente all'entrata in vigore del decreto si svolgeranno sulla base della valutazione dei titoli e delle pubblicazioni;
- commissari esterni sorteggiati (anche se in una maxi-rosa di eletti) e pari-grado rispetto al membro interno.
Dispiace che non si sia potuto o voluto andare sino in fondo e presentare dei criteri di valutazione trasparenti e rigorosi basati sull'assegnazione di punteggi numerici e su un modello di discrezionalità vincolata come avevamo prospettato nella nostra petizione.
Di seguito riportiamo i link alle modalità dei "nuovi" concorsi:
- Legge 9 Gennaio 2009, n. 1 (nuove regole concorsi a ricercatore)
- Decreto Ministeriale sulle modalità di costituzione delle commissioni dei concorsi
- Decreto Ministeriale sui criteri di valutazione per i concorsi a ricercatore
Dalle ceneri dell'esperienza è nata l'APRI, Associazione Precari della Ricerca Italiani (www.ricercatoriprecari.it). L'APRI nasce dall'esigenza di strutturarci in una associazione che possa interfacciarsi con il mondo accademico, politico, giornalistico, ecc. al fine di tentare di perseguire i nostri obiettivi di miglioramento delle condizioni del sistema universitario italiano e, in particolare, dei precari della ricerca.
In particolare uno dei prossimi obiettivi che nell'immediato si propone l'APRI è quello di chiedere l'abolizione del limite massimo di pubblicazioni, purtroppo ancora in vigore, nonchè di chiarire che l'illustrazione/discussione dei titoli e delle pubblicazioni non deve essere considerato come una "prova orale" mascherata (si veda il fax che abbiamo inviato al MIUR a questo riguardo). .
Pertanto, al fine di rendere più incisivo il nostro operato, invitiamo tutti coloro che condividono queste battaglie ad iscriversi (gratuitamente) all'APRI e di dare il proprio contributo di idee.
La seguente raccolta di firme è il frutto di numerose discussioni di un gruppo di ricercatori, utenti del blog della Rete Nazionale dei Ricercatori Precari. Ci auguriamo che le proposte che esponiamo, che ci sembrano di assoluto buon senso, possano essere condivise e sottoscritte da una più ampia platea di ricercatori in senso lato, come dottorandi e dottori di ricerca, borsisti post-dottorato, assegnisti di ricerca, professori a contratto, cervelli in fuga, ricercatori universitari a tempo determinato o indeterminato. Nel bene dell'Università italiana e nel bene comune.
Ecc.mo Ministro Mariastella Gelmini,
abbiamo appreso in questi giorni, dagli organi di stampa, che ha intenzione di emanare un decreto per finanziare la seconda tranche del reclutamento straordinario - di 1000 ricercatori nel 2009, e di 2000 nel 2010 - avviato dal precedente Governo. Nell’esprimerLe il nostro apprezzamento per la scelta di non interrompere la politica di reclutamento straordinario - indispensabile, data la situazione di emergenza e di ritardo rispetto al generale contesto europeo in cui versa l’Università italiana - non possiamo, tuttavia, nasconderLe la nostra preoccupazione per il fatto che tali assunzioni avverranno con le “vecchie regole”, che ad oggi non hanno offerto sufficienti garanzie nello scongiurare favoritismi e logiche di scambio.
Le attuali norme per il reclutamento dei ricercatori fanno sì che a vincere il concorso sia, nella stragrande maggioranza dei casi, il candidato “prescelto” dal membro interno di commissione, con il benestare degli altri due componenti della commissione stessa. Questi ultimi scelti, per altro, mediante elezioni tanto dispendiose dal punto di vista del tempo e delle energie che i docenti vi investono, quanto pilotabili. In questo modo, candidati che si distinguono per la significatività della produzione scientifica possono vedersi superare dal candidato “preferito” dal membro interno, anche qualora lo stesso non possa vantare un curriculum altrettanto brillante. Risulta inoltre evidente che le attuali regole non solo precludono totalmente l’auspicabile arrivo di ricercatori dall’estero, ma favoriscono la fuga di cervelli italiani in altri Paesi.
Con la presente, dunque, Le chiediamo di voler modificare al più presto le attuali regole in senso più meritocratico. E a tale fine siamo convinti che sarebbero sufficienti anche poche e semplici modifiche all’attuale legge, realizzabili in tempi molto brevi. Nello specifico, ci permettiamo di indicarLe alcune possibili modifiche:
1) i due membri esterni della commissione andrebbero individuati mediante sorteggio e non tramite elezione, e dovrebbero essere dei pari-grado del membro interno;
2) abolizione delle prove scritte ed orali , che sono proprio quelle che, nella prassi applicativa, si sono prestate alle strumentalizzazioni più evidenti;
3) selezione solo su basi oggettive, secondo un modello di discrezionalità fortemente vincolata, per titoli e pubblicazioni;
Ad esempio: prima valutazione solo sulle pubblicazione certificate (50 punti sui 100 complessivi); seconda valutazione - alla quale accedono solo i candidati che, alla prima, hanno ottenuto almeno 35 punti - sui titoli (40 punti su 100, di cui 15 per il titolo di dottore di ricerca); terza valutazione - alla quale accedono solo i candidati che hanno ottenuto almeno 28 punti alla seconda valutazione - consistente in un libero seminario, per il quale rimarrebbero da assegnare gli ultimi 10 punti su 100. La prova seminariale, in definitiva, svolgerebbe principalmente il compito di “valvola di sicurezza”, onde evitare che siano assunti ricercatori dotati di capacità di esposizione orale inadeguate
4) introduzione di una graduatoria finale , incredibilmente assente nelle attuali procedure.
Si tratta di modifiche di buon senso, fattibili, e che renderebbero più trasparenti e celeri i concorsi, allineandoli a quelli delle altre democrazie occidentali.
Il nostro ruolo, tuttavia, ci impone di offrirLe anche una prospettiva di riforma più ampia, e, per così dire, a lungo periodo, tesa soprattutto ad una effettiva verifica costante, dopo l’assunzione in ruolo:
A) conferma dopo alcuni anni, secondo quanto previsto dalla legge - o, in deroga, dai regolamenti di Ateneo, in modo flessibile, con riferimento ad eventuali lunghi periodi pregressi di precariato - ad opera di una commissione anche interna, ma integrata almeno da un membro esterno;
B) ulteriore verifica a cadenza periodica, per l’intera carriera, sia del profilo didattico, che di quello scientifico;
C) istituzione di un organo disciplinare centrale di alto profilo - addirittura, sul modello del CSM - che sanzioni, fino all’interruzione del rapporto, la carenza di produttività; organo cui potrebbero essere segnalati, altresì, i casi clamorosi di mancato avanzamento in carriera;
D) in caso di mancata conferma (punto A) o di sanzioni disciplinari gravi e/o reiterate (punti B e C), si prevederanno conseguenze come: 1) trasposizione a carico dell’ateneo degli interi oneri stipendiali per il ricercatore assunto; 2) preclusione o limitazione di nuovi bandi; 3) riduzione dei finanziamenti ordinari.
A regime, quando tale sistema di valutazione ex-post sarà uscito dalla sua fase sperimentale ed avrà cominciato a dare dei risultati, si potrà anche pensare ad un superamento del "concorso pubblico" ed a una sostituzione di questo con un sistema di scelta responsabile da parte dei singoli Dipartimenti sulla base di un bando di chiamata con modalità allineate agli standard internazionali ("call for applications").
Come avrà potuto apprezzare, sia nel caso delle proposte di immediata fattibilità, che in quello delle ipotesi per il lungo periodo, non si tratta di istanze collegate all’interesse di una parte, ma volte alla persecuzione del bene comune, e del rilancio, anche a livello di immagine nazionale ed internazionale, dell’Università italiana. E, per questo, speriamo di cuore che vorrà accoglierle - senza l’improduttivo temporeggiare che ha caratterizzato il precedente Governo -, soprattutto con riferimento alla prima parte, che risulta, infatti, immediatamente attuabile, per altro, a costo zero.
The Richiesta di modifica delle regole dei concorsi a ricercatore petition to Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca was written by APRI and is in the category Education at GoPetition.